Al momento della nascita, Gesù non ha fatto perdere sangue a sua madre, quindi si è trattato di un parto verginale che rimuove la condanna della Genesi 3,16 : “Partorirai con dolori. » Con l'ingresso nel mondo del Messia Salvatore sorge un nuovo ordine di cose. Torniamo al mirabile equilibrio delle origini.
Non è come l’ebraismo l’ha intuito, ma sembra piuttosto che il cristianesimo abbia influenzato l’ebraismo: troviamo solo nell’ebraismo l’idea di un parto indolore dopo Gesù Cristo, contemporaneo all’epoca patristica.
La nascita verginale non è una svalutazione della sessualità, ma forma un tutt'uno con il concepimento verginale. Il concepimento e la nascita verginale corrispondono all'identità di Gesù che è il Figlio di Dio.
I Padri della Chiesa, soprattutto a partire dai secoli IV-V, hanno fatto il collegamento tra la nascita verginale di Maria e la risurrezione del Signore:
- Il grembo di Maria rimane “chiuso” nel momento del parto, e l'ingresso di Gesù risorto nel cenacolo avviene a “porte chiuse” (Gv 20,19-26);
- il grembo della Vergine ricorda il sepolcro del Signore, entrambi rimangono «chiusi – sigillati» (Mt 27,66);
- il Signore ha lasciato le bende funebri nella stessa posizione di prima (Gv 20,5-7), è un'immagine: il grembo della terra (il sepolcro), come il grembo materno, rimane intatto.
Conclusione: Gesù è uscito miracolosamente dal grembo di sua madre.
Fonte : A. Serra
(Marianum, Viale trenta aprile, 6 ; 00153 Roma)
Enciclopedia Mariana