La più grande prova e il più gran dolore per Maria sopraggiunsero quando fu testimone della Passione: dovette vedere suo Figlio farsi frustare, picchiare, incoronare di spine, essere beffeggiato e ridicolizzato, come aveva voluto Lui. Poi l’ha seguito, martire vinto e coperto di sangue, mentre portava la sua Croce in cima al Calvario. L’ha visto morire e ha accolto nelle sue braccia il corpo di Suo Figlio insanguinato e senza vita, prima di deporlo nel Sepolcro.
Gesù ci ha donato sua Madre morendo sulla Croce. Maria gli ha dato tutto. Dal momento che è diventata nostra Madre, farà lo stesso per noi. Mentre patiamo le sofferenze della nostra vita, ci accompagna come ha fatto con Gesù; sta anche ai piedi delle nostre croci.
Ecco perché la chiamiamo Nostra Signora, Salute dei malati.
Il magnifico Stabat Mater (“La Madre triste stava ai piedi della Croce”) è stato scritto per descrivere il dolore e la sofferenza che Maria ha provato durante la crocefissione e la morte di suo Figlio. Ecco i primi due e gli ultimi due versetti dello Stabat Mater, che incorniciano l’intero inno:
«Addolorata, in pianto la Madre sta presso la Croce da cui pende il Figlio. Immersa in angoscia mortale geme nell’intimo dei cuore trafitto da spada. […] O Cristo, nell'ora del mio passaggio fa' che, per mano a tua Madre, io giunga alla mèta gloriosa. Quando la morte dissolve il mio corpo aprimi, Signore, le porte del cielo, accoglimi nel tuo regno di gloria. Amen.»
Come ha detto a Juan Diego in Guadalupa 1.500 anni dopo aver contemplato il Suo Figlio primogenito appeso alla Croce, ci ripete: «Non sono forse tua Madre qui al tuo fianco? Non sei protetto dalla mia ombra? Non sono qui per difenderti?»
Larry Peterson, 25 agosto 2018
Tradotto dal francese. Fonte: Aleteia