2 novembre – Chiesa Copta: Memoriale della Sacra Famiglia in Egitto

Una pace e una gioia sconosciute nell’Islam

Originaria di una famiglia musulmana, l’egiziana Nahed Mahmoud Metwalli (1) perseguita i cristiani nella scuola in cui lavora. Fino al giorno in cui ha la grazia di una visione della Vergine Maria, poi di Gesù.

Quel giorno, mentre ironizzava sull’immagine della Santa Vergine che la segretaria della scuola portava raffigurata su una medaglietta, Nahed vide apparire davanti a sé la Santa Vergine, vestita e velata di blu. Visione seguita, durante una notte di dubbio e d’insonnia, da quella di Cristo stesso, che disse a Nahed: «Pace a te, avrai una missione che ti sarà rivelata a tempo debito».

“Fulminata” dalla luce di Dio, Nahed la persecutrice, come san Paolo il persecutore sul cammino verso Damasco, cadde e si alzò già convertita nel suo cuore. Trasformazione che si sarebbe spinta fino al suo battesimo, nel 1988.

Da allora, quella che era stata persecutrice è divenuta oggetto di persecuzioni nel suo Paese. «La fede cristiana mi ha dato una pace e una gioia incredibili, sconosciute nell’Islam […]. Il Cristianesimo è una vita degna degli angeli. Che il Signore accordi la sua luce a tutti gli uomini per conoscere la sua Verità e il suo Amore!» dice nel suo messaggio a tutti i musulmani inviato dall’Olanda, dove vive in esilio.

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(1) Nahed è l’autrice di un’opera sconvolgente: Ma Rencontre avec le Christ [Il mio incontro con Cristo], tradotto dall’arabo e pubblicato da François-Xavier de Guibert.

it.Aleteia

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