I Gendarmi e le Guardie Svizzere del Vaticano, il corpo armato fedelmente al servizio del papato dal 22 gennaio 1506, hanno celebrato, l’8 settembre, il loro Giubileo. Culmine della giornata, dopo la preghiera e il passaggio dalla Porta Santa della Basilica di San Pietro, insieme ai comandanti e ai cappellani, è stata la Liturgia della Parola con il cardinale Segretario di Stato, Pietro Parolin.
Nella sua omelia – riportata da L’Osservatore Romano – il porporato ha consegnato ai due corpi pontifici delle “nuove armi” per svolgere al meglio il loro servizio, un vero e proprio “arsenale segreto”, ovvero “il pane e il vino eucaristici, qualche Parola di vita, un piccolo rosario e una Porta Santa da attraversare”. Queste “armi” di Dio, “disponibili e alla portata di tutti”, sono “apparentemente deboli, eppure più forti di ogni astuzia umana e di ogni ostacolo”, ha detto Parolin.
Ciascuno dei presenti ha ricevuto, al termine della celebrazione, una corona del rosario: “Rivolgetevi fiduciosi alla Vergine Maria, presentate a lei i vostri desideri e le vostre difficoltà, le vostre gioie e le vostre speranze. Fate uso del rosario per le vostre necessità e nelle prove”, ha esortato Parolin.