2 ottobre – Santi Angeli Custodi

L'unico essere riverito dagli angeli: Maria

CC0/wikimedia
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Se nell'antichità l'uomo venerava l'angelo e l'angelo non venerava l'uomo, il motivo era la superiorità dell'angelo in relazione all'uomo. Questa superiorità si manifesta in tre modi.

In primo luogo, l'angelo è superiore all'uomo in dignità per via della sua natura spirituale. Sta scritto, infatti (Salmo 103,4), “Di esseri spirituali ed incorruttibili, Dio ha fatto i suoi angeli”. L'uomo, però, è di natura corruttibile. Per questo Abramo ha detto a Dio (Genesi 18,27) “Vedi come ardisco parlare al mio Signore, io che sono polvere e cenere”. Non era appropriato che una creatura spirituale e incorruttibile rendesse omaggio a una creatura corruttibile.

In secondo luogo, l'angelo supera l'uomo nella sua familiarità con Dio. L'angelo appartiene alla famiglia di Dio, è vicino a Lui. “Mille migliaia (di angeli) lo servivano e diecimila miriadi lo assistevano”, è scritto nel libro di Daniele (7,10). L'uomo, però, è un estraneo per Dio, bandito dalla sua vista a causa del peccato, come dice il salmista (Sal 104,8): “Mi sono allontanato dal Signore”. È quindi appropriato che l'uomo debba onorare l'angelo, per la sua vicinanza alla maestà divina e la sua intimità con lei.

In terzo luogo, l'angelo è esaltato rispetto all'uomo per la pienezza dello splendore della sua grazia divina. Gli angeli, infatti, partecipano con la massima pienezza alla luce divina. “Si possono forse contare le sue schiere?”, dice Giobbe (25,3). “E sopra chi non sorge la sua luce?” Gli angeli appaiono sempre luminosi. Anche gli uomini sono partecipi di questa luce della grazia, ma con moderazione e come in chiaroscuro.

Non era dunque consono che l'angelo si inchinasse all'uomo, finché è arrivato il giorno in cui è apparsa una creatura umana, superando gli angeli, per la sua pienezza di grazia, per la sua familiarità con Dio e la sua dignità. Questa creatura umana è stata la beata Vergine Maria. Per riconoscere questa superiorità, l'angelo le ha espresso la sua venerazione con queste parole: “Ave, Maria”.

San Tommaso d'Aquino, estratto da Les plus beaux textes sur les Saints Anges, su www.nd-chretiente.com 

 

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