16 novembre - Nostra Signora di Ostra Brama (Polonia e Lituania)

Maria ci insegna ad avere fede

CC0/wikimedia
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Maria ci insegna ad avere fede. Credere è riconoscere che questa mano invisibile di Dio ancora opera e arriva proprio lì dove l’uomo non può. Credere significa anche stare in questa difficile e drammatica situazione di oggi con speranza cristiana. La difficoltà del momento presente, questa guerra che sembra spazzare via ogni speranza e annientare la fiducia nell’uomo, il disorientamento che ci accompagna, non annullino la nostra ferma certezza che Dio non abbandona chi lo ama, che non siamo soli, e che Dio conduce la storia.

Maria ci insegna anche ad entrare nel tempo della gestazione, tempo di pazienza, di silenzio e di attesa. Le cose dell’uomo si fanno in un attimo, le cose di Dio hanno bisogno di tempo e avvengono piano: perché ciò che è nuovo nasca è necessaria una lunga gestazione. Noi non sappiamo più attendere, la fatica dell’attesa di una soluzione immediata ci ha stancati. Vogliamo controllare gli eventi, che invece ci sfuggono e ci disorientano. L’uomo consuma il suo tempo in modo vorace, mentre il tempo di Dio si dispiega sulle lunghe distanze: scava in profondità, mette fondamenta profonde.

Mi piace pensare che la gravidanza di Maria si sia nutrita ugualmente di pazienza, di fede, di silenzio, di ascolto, di preghiera, di cammino. E ha portato Maria a vedere e a riconoscere intorno a sé i luoghi e gli eventi dove la stessa mano di Dio ha fatto qualcosa di nuovo: nella cugina Elisabetta (Lc 1,39-45), nel suo sposo Giuseppe (Mt 1,18-25).

Noi oggi non comprendiamo tutto, non siamo in grado di interpretare adeguatamente quanto sta accadendo e questo è forse uno degli elementi che ci disorienta maggiormente: non essere capaci di decifrare e decodificare il drammatico momento presente, di possedere la chiave interpretativa che ci permetta di controllare gli avvenimenti attuali, il tempo presente, e la deriva di violenza senza fine, di ingiustizia, di dolore. Ma la certezza che niente ci separerà dall’amore di Dio, la sicurezza che ci deriva dalla sua fedeltà, non possono venir meno, e niente, assolutamente nulla e nessuno dovrà mai separarci dall’amore di Dio. 

Con Maria, allora, affidiamoci nuovamente e con fiducia al progetto di Dio.

Mgr Pierbattista Pizzaballa

Arcivescovo cattolico e attuale Patriarca latino di Gerusalemme

Estratto dall'omelia del 31 agosto 2024

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