Tra tutti i racconti, le testimonianze e le visioni che ci hanno fornito dettagli sulla Vergine Maria e sulla Sacra Famiglia di cui i quattro Vangeli tacciono, i testi apocrifi sono senza dubbio i più suggestivi. Sfatiamo un equivoco: pur non facendo parte della Bibbia, a differenza dei cosiddetti libri canonici, questi scritti non sono tenere leggende, fantasiose ma poco plausibili, che aggiungerebbero colore ai più austeri testi evangelici.
Al contrario, sono state considerate con la massima serietà fin dai primi tempi della Chiesa. Alcuni, infatti, sono stati condannati o invalidati; altri, al contrario, hanno alimentato la meditazione di alcune delle più grandi menti cristiane. È il caso, in particolare, del Protovangelo di Giacomo, che si pensa sia stato scritto nel II secolo e che è conosciuto anche con il nome della sua versione riscritta: il Vangelo dello Pseudo-Matteo.
Proprio in questi testi troviamo una grande quantità di informazioni su Maria, tanto che una nuova riscrittura, risalente all'epoca carolingia, è stata addirittura intitolata Libro della Natività di Maria.
È grazie a questi scritti che conosciamo, in particolare, l'identità dei genitori della Santissima Vergine, Anna - che era sterile - e Gioacchino, che sappiamo che è stata consacrata a Dio fin dall'infanzia e che la nascita di Gesù Cristo è spesso collocata in una grotta, mentre San Luca si accontenta di fare riferimento a una mangiatoia.
Segno che la Chiesa è ben lontana dal considerare questi testi come fantasiosi, è sulla base di essi che ha istituito la Presentazione di Maria al Tempio - il 21 novembre - il cui messaggio spirituale è essenziale: il dono completo del cuore di Maria a Dio. Li ha utilizzati anche per stabilire la verginità perpetua di Maria, poiché il Protovangelo di Giacomo insiste sulla conservazione della sua verginità dopo la nascita di Cristo.