20 maggio – Italia, Cuneo: Madonna delle Grazie (1537)

«Sylvie, vai a pregare!»

© Shutterstock/Kara Gebhardt
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Sono stata battezzata all’età di 3 mesi e mezzo ma poco tempo dopo i miei genitori si sono iscritti al Partito comunista e la loro fede si è spenta. Non ho ricevuto, quindi, un’educazione religiosa. A 33 anni ho appreso che chi mi aveva cresciuta non era il mio vero padre. Una volta superato lo choc, ho voluto incontrare colui che mi aveva concepito, un desiderio che sono riuscita a realizzare facilmente. Era un uomo sposato che aveva già nove figli quando sono venuta al mondo…

Dieci anni dopo il nostro primo incontro, ho accettato il suo invito a partecipare a un incontro spirituale cattolico perché ero curiosa e ben disposta. L’ultimo giorno, al termine della messa, sono caduta in ginocchio, in lacrime, conquistata dall’amore di Dio. Ho pronunciato questa parola: «Perdono» e subito ho saputo che Dio accoglieva la mia domanda. Allora non ho esitato un attimo ad aprirgli il mio cuore.

Ho proseguito il mio cammino come potevo, con alti e bassi. Un giorno mio padre, di passaggio a Parigi, mi ha regalato un’icona che aveva fatto lui stesso e rappresentava «Maria porta del cielo». Poco dopo ho trovato per terra un rosario variopinto e molto gaio che mi è piaciuto molto. Era quello che avevo chiesto in preghiera! Non sapevo pregare ma un giorno ho sentito con insistenza dentro di me: «Sylvie va a pregare». Mi sono recata alla cappella della rue du Bac (Parigi) e nel momento in cui sono arrivata, hanno iniziato a recitare il rosario. È stato così che l’ho imparato e lui mi ha accompagnata fino ad oggi.

L’8 dicembre 1987 alcuni amici di mio padre mi hanno parlato di un gruppo di preghiera che si riuniva tutte le settimane in una grande chiesa di Parigi. Ci sono andata e sono rimasta un’assidua frequentatrice. Mi ha accompagnata una consacrata che mi ha seguita per 27 anni e che per me è stata una madre spirituale, soprattutto perché ero stata distrutta sin dalla tenera infanzia, tutto in me era da ricostruire: mia madre non era mai stata tenera con me e invidiava la felicità dei suoi familiari.

Essere amata da Dio e amarlo per me era meraviglioso! I miei amici si sono accorti del mio cambiamento e, malgrado non siano credenti, erano concordi sul fatto che la conversione mi avesse trasformata, mi trovavano raggiante. La mia relazione con i malati era trasformata, ero infermiera nel reparto di rianimazione e in ogni persona vedevo il Cristo! Inoltre, per 27 anni ho compiuto delle missioni mediche d’urgenza e sovente ho avuto modo di testimoniare il mio incontro con Dio!

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