Per la gente era un’idea strana che il Figlio di Dio diventasse un neonato. Eppure, Maria ha accolto Gesù portandolo nel suo ventre durante il mistero dell’incarnazione. Questo atto di accettazione divina sfidava la ragione umana ma questo estraneo che Maria accoglieva era il Figlio di Dio, il Salvatore del mondo.
Dopo aver sopportato la tortura e gli insulti, Gesù ha portato la croce fino al Calvario dove è stato crocifisso tra due malfattori (Lc 23, 26-46), Nell’accoramento di Gesù, rappresentato sul Calvario come un lebbroso, Maria è rimasta fedele ai piedi della Croce prendendosi cura di lui. Il suo corpo, ricoperto dalla testa ai piedi di ferite brutali simili a quelle di un lebbroso, portava il peso dei nostri peccati. Quando uniamo le nostre sofferenze a quelle del Cristo, Maria intercede per noi con le sue preghiere, porta le nostre angosce, unite alla sua Passione, a Dio Padre per l’espiazione dei nostri peccati e di quelli del mondo intero.
In seguito, prima di risuscitare come vincitore (Mt 27, 62-66), il corpo di Gesù è stato deposto in un sepolcro sorvegliato per tre giorni dai soldati. Durante quel periodo di isolamento, nella buia tomba della morte, Maria ha pregato incessantemente per lui, senza che venissero meno la speranza e la fede nella risurrezione.
Allo stesso modo, anche noi ci confrontiamo con i difficili momenti di isolamento fisico e di prigionia a causa della malattia che limita il movimento del corpo e Maria ci consola. Con le sue incessanti preghiere e la sua incrollabile fede nella risurrezione di suo Figlio, lei ci accorda la grazia della perseveranza e intercede affinché otteniamo i doni dello Spirito Santo che ci guidano nel nostro cammino. Come ha pregato senza sosta durante le prove che Gesù ha affrontato, così prega per noi durante i periodi di malattia e di sconforto. La sua fede rimane la nostra ancora e le grazie che ci ottiene ci spingono verso la nostra casa celeste.
Uniti a Cristi e riconfortati da Maria, possiamo trovare un senso alla nostra sofferenza. Tenendo con fermezza un rosario tra le mani e meditandone i misteri, durante i periodi di malattia e di sofferenza ci apriamo alle grazie che provengono da un cammino in stretta comunione con Gesù e Maria.
Elie Dib
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Nota: Questo articolo è stato originariamente pubblicato in Missio Immaculatae Volume 19/No. 5, settembre/ottobre 2023 con lo pseudonimo di Elio P. Mio. Missio Immaculatae è un giornale bimestrale mariano catechetico e missionario dell’Accademia dell’Immacolata. (https://missiomagazine.com/)