San Luigi Maria Grignion de Montfort dedicò al Rosario un intero libro, che fu pubblicato solo nel 1911 (due secoli dopo la sua morte!). Lo intitolò "L'ammirabile segreto del Santissimo Rosario "(abbreviazione SAR) con il sottotitolo "per convertirsi e salvarsi ". Per Montfort, il Rosario era il più potente strumento di missione. Egli commentava ogni preghiera del Rosario come segue:
Il Credo o Simbolo degli Apostoli, recitato sul Crocifisso della corona, essendo il compendio delle verità cristiane, è preghiera molto meritoria perché la fede è base, fondamento e principio di tutte le virtù cristiane, di tutte le verità eterne e di tutte le preghiere gradite a Dio. (SAR 34). Chi s'accosta a Dio deve credere (Eb 11,6): chi si accosta a Dio con la preghiera deve incominciare con un atto di fede; più avrà fede e più la sua preghiera sarà efficace e meritoria per lui e gloriosa per Dio. La fede è l'unica chiave che ci apre la comprensione dei misteri di Gesù e di Maria espressi dal santo Rosario; perciò all'inizio occorre recitare il Credo con grande attenzione e devozione, poiché lo ripeto più viva e forte è la nostra fede e più il Rosario sarà valido. E questa fede deve essere ardita ed animata dalla carità.. (SAR 35)
Il Pater o orazione domenicale trae tutta la sua eccellenza dall'autore che non è un qualunque uomo non è un angelo, ma è il Re degli Angeli e degli uomini, Cristo Gesù. “Era necessario dice san Cipriano che chi veniva come Salvatore a darci la vita della grazia, ci insegnasse anche come celeste Maestro il modo di pregare” La sapienza del divino Maestro appare luminosa nell'ordine, nella forza e nella chiarezza di questa divina preghiera, che è breve, ma ricca di insegnamenti, è accessibile ai semplici mentre è colma di mistero per i dotti. (SAR 36) Il Pater contiene tutti i nostri doveri verso Dio, gli atti di tutte le virtù e la richiesta per ogni nostro bisogno spirituale e materiale. “E' 'il compendio dei Vangeli”, dice Tertulliano. “Supera tutti i desideri dei santi” dice Tommaso da Kempis - contiene in breve tutte le soavi aspirazioni dei Salmi e dei cantici; chiede tutto ciò che è necessario a noi, loda Dio in modo eccellente ed eleva l'anima dalla terra al cielo e l'unisce strettamente a Dio. Sant'Agostino assicura che il Pater recitato bene cancella le colpe veniali. (SAR 537)
"Il saluto angelico, l'Ave Maria, è così sublime, così elevato, che il beato Alain de la Roche credeva che nessuna creatura potesse capirlo e che solo Gesù Cristo, nato dalla Vergine Maria, potesse spiegarlo. La sua eccellenza deriva principalmente dalla Beata Vergine a cui è stata indirizzata, dall'Incarnazione del Verbo per la quale è stata portata dal cielo e dall'arcangelo Gabriele che l'ha pronunciata per primo ". (SAR 44) La SS. Trinità ne rivelò la prima parte; santa Elisabetta, illuminata dallo Spirito Santo, vi aggiunse la seconda, e la Chiesa, nel primo Concilio di Efeso (a. 431) ne suggerì la conclusione dopo aver condannato l'errore di Nestorio e definito che la Vergine è vera Madre di Dio. Il Concilio stabilì che la Madonna venisse invocata sotto quel glorioso titolo con le parole: “Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell'ora della nostra morte”.
E' vero che questo nuovo cantico si rivolge direttamente alla Madre di Dio e contiene elogi per lei, tuttavia esso è molto glorioso per la SS. Trinità, perché tutto l'onore che rendiamo alla Vergine ritorna a Dio, causa di tutte le perfezioni e virtù di Lei. Dio Padre è glorificato perché onoriamo la più perfetta delle sue creature; Dio Figlio è glorificato perché lodiamo la purissima sua Madre; Dio Spirito Santo è glorificato perché ammiriamo le grazie di cui ha colmato la sua Sposa. Come un giorno la Santa Vergine, col suo bel cantico, il Magnificat, rimandò a Dio le lodi e le benedizioni datele dalla cugina Elisabetta per la sua eminente dignità di Madre del Signore, così oggi, ella rimanda prontamente al Signore gli elogi e le benedizioni che noi le diamo con il saluto angelico (SAR 47)