Une Minute avec Marie
Faire connaître et aimer Marie
75 anni fa iniziavano i lavori pe la cappella di Nostra Signora del Rosario a Vence, sulle alture di Nizza. La cappella era nata su richiesta di una suora domenicana, suor Jacques-Maria, che aveva curato Matisse quand’era infermiera durante la Seconda Guerra mondiale. Aveva avuto l’idea di chiedere a un tale mostro sacro della pittura di ideare e decorare la cappella della comunità dove lei stessa sarebbe entrata qualche anno più tardi. Dopo l’accettazione da parte di Matisse, suor Jacques Marie fece appello a due frati domenicani (Couturier e Ayssiguier), appassionati d’arte contemporanea, per discutere del progetto anche con il maestro.
Mi vorrei ora soffermare su uno scambio epistolare tra Matisse e i domenicani al momento di progettare la cappella di Vence. Mi pare significativo dei rischi che possiamo correre ancor oggi. Al momento di rappresentare la Vergine Maria sui muri di una cappella, i domenicani suggeriscono a Matisse di raffigurarla come un’ “hostess dell’Air France”, per darle le caratteristiche di una donna moderna.
Intenzione lodevole. Ma la reazione di Matisse non si fa attendere...ed è assolutamente negativa. Ricordando che la rappresentazione di una Madonna col Bambino va fatta rispettando I canoni dell’iconografia tradizionale, il pittore fa la predica ai predicatori dicendo loro che “finiranno per perdere la gente”.
Al di là della sfera artistica, Matisse evidenzia bene un elemento cui ogni persona impegnata nella Chiesa, formata nel campo della fede e della teologia, deve fare attenzione: non perdere la gente. Rispettare la fede degli altri e soprattutto dei più piccoli. Non scordare che la pratica e la vita spirituale partono talora da rappresentazioni grafiche o intellettuali che fanno appello alla religiosità più popolare.