Che l’amore possa arrivare fino all’aldilà, che sia possibile un mutuo dare e ricevere, in cui gli uni e gli altri dimorino unito da legami di affetto al di là dei limiti della morte – si tratta di una convinzione fondamentale della cristianità attraverso i secoli e resta ancora oggi un’esperienza confortante.
Chi non proverebbe il bisogno di far pervenire ai suoi cari già partiti per l’aldilà un segno di bontà, di gratitudine o ancora di richiesta di perdono ?
Attualmente potremmo chiederci : se il “purgatorio” consiste semplicemente nell’essere purificati con il fuoco nell’incontro con il Signore, Giudice e Salvatore, come allora una terza persona potrebbe intervenire, anche se questa fosse particolarmente vicina all’altra ?
Quando ci poniamo una tale domanda, dovremmo renderci conto che nessun uomo è una monade chiusa su se stessa. Le nostre esistenze sono in profonda comunione tra di loro, sono legate l’una all’altra tramite molteplici interazioni.
La vita degli altri entra costantemente nella mia : in quello che penso, che dico, che faccio, che realizzo. E viceversa, la mia vita entra in quella degli altri : nel male come nel bene. Cosi’ la mia intercessione per qualcuno non è per nulla qualcosa di estraneo, esterno, nemmeno dopo la morte. Nell'interrelazione dell’essere, il ringraziamento che gli rivolgo, la mia preghiera per lui possono significare una piccola tappa della sua purificazione.
E con questo non c’è bisogno di convertire il tempo terrestre in tempo di Dio : nella comunione delle anime il semplice tempo terrestre è superato.
Non è mai troppo tardi per toccare il cuore dell’altro e non è mai inutile. Cosi’ si illumina ulteriormente un elemento importante del concetto cristiano di speranza.
La nostra speranza è sempre essenzialmente anche speranza per gli altri ; è solo cosi’ che essa è davvero speranza per me. In quanto cristiani, non dovremmo mai chiederci solamente : come posso salvarmi ? Dovremmo anche chiederci : cosa posso fare perché gli altri siano salvati e che sorga anche per gli altri la stella della speranza ? Allora avro’ fatto il massimo per la mia salvezza personale.
Benedetto XVI, traduzione libera dell’enciclica Spe Salvi § 48
Enciclopedia Mariana