11 marzo – Italia: Madonna Miracolosa (1855) – Palestina: San Sofronio, Patriarca di Gerusalemme

Poiché doveva partorire, Maria non poteva restare nella stanza comune

© Pascal3012, CC BY-SA 3.0, via Wikimedia Commons.
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Mentre la Vergine Maria è quasi alla fine della sua gravidanza, l'imperatore Augusto  indice un grande censimento che obbliga tutti a recarsi nella propria città di origine. Giuseppe e Maria si recano dunque a Betlemme, culla della famiglia di Giuseppe (cfr Lc 2,1-7):

Se Maria non fosse stata incinta, dopo aver percorso tutti i chilometri che separano Nazareth da Betlemme, la coppia avrebbe potuto certamente restare nella sala comune, come gli altri. Non sono stati respinti perché emarginati, squattrinati o estranei, ma perché Maria stava per partorire, semplicemente non c'era una stanza adatta per lei, dove potesse farlo serenamente e perché le prescrizioni del tempo imponevano a qualsiasi donna che dovesse partorire di stare separata dagli altri. (1).

"Betlemme, la casa del pane, è la santa Chiesa, dove viene distribuito il corpo di Cristo, il vero pane. La mangiatoia di Betlemme, nella Chiesa, è l'altare. Qui è dove si nutrono i familiari di Cristo. Di questa mensa sta scritto: «Tu mi prepari la mensa» (cfr Sal 22,5). In questa mangiatoia c’è Gesù avvolto con dei pannolini. Questo fasciare i pannolini è l'aspetto esteriore dei sacramenti. In questa mangiatoia, sotto l'aspetto del pane e del vino, c'è il vero Corpo e il vero Sangue di Cristo

Lì vediamo che c'è Cristo in persona, ma avvolto in fasce, cioè presente invisibilmente sotto i sacramenti. Non abbiamo segno così grande ed evidente della nascita di Cristo, come la quotidiana consumazione del suo Corpo e del suo Sangue presso il santo altare, e il fatto che Lui, che nacque una sola volta da una Vergine, lo vediamo ogni giorno immolarsi per noi."

Tudwal Ar Gov

1. Nell'antico giudaismo, una donna che partoriva un maschio era considerata "in uno stato di purificazione" per 40 giorni (nel senso che durante i primi 7 giorni era considerata impura. L'ottavo giorno avveniva la circoncisione del bambino ). Quindi, per 33 giorni, la madre non poteva andare al tempio. Al termine di questo tempo di purificazione, si offriva in sacrificio espiatorio un agnello e una colomba se era ricca, e due colombe se era povera (cfr Levitico 12, 1-8). Le benedizioni postparto celebrate fino a non molto tempo fa affondavano le loro radici in questa tradizione:

La neo mamma rimaneva a letto almeno una settimana e veniva alimentata con cibi leggeri e nutrienti. Durante la quarantia, cioè i quaranta giorni successivi al parto, la puerpera era  esonerata dai lavori pesanti e non entrava in chiesa , il rientro nella quale era consentito, appunto, dopo i 40 giorni (la liturgia prevedeva una apposita cerimonia che riammetteva la donna, "purificata", alla funzioni religiose). Dopo questo tempo,tutto riprendeva il ritmo di sempre.   

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