Il Signore ha consegnato il suo corpo al furore dei suoi nemici, ha versato il proprio sangue per la redenzione del mondo e i soldati si sono spartiti i suoi vestiti; non gli resta che lasciare in eredità la sua Santissima Madre a Giovanni e, con lui, a tutti i cristiani. Ci lascia questa tenera Madre nello stesso momento in cui la sua anima è trafitta dalla spada a doppio taglio del dolore e quando il suo Cuore è diviso tra l’angoscia per la morte di suo Figlio e il desiderio di salvezza per gli uomini.
O amatissimo Redentore, quanto è preziosa l’eredità che ci avete lasciato nelle ultime ore della vostra esistenza. Mentre spiravate, oppresso dall’ignominia e dalle sofferenze, ci avete accordato la bontà di avervi come fratello maggiore e di avere Maria come Madre. Vi prego umilmente, dato che Maria è Madre mia, di concedermi la grazia di considerarla come tale, di servirla e di amarla con tutta la tenerezza di un vero figlio.
Fatti coraggio, anima pia, alza gli occhi verso Gesù crocifisso, ascolta la sua voce e senti con quanta tenerezza ti dice: «Figlio, ecco tua Madre.» Guarda questa Madre con i più teneri sentimenti di affetto e sappi che Gesù ha riposto tra le sue mani tutte le benedizioni che la sua misericordia vuole accordarci. Nessuno si salva se non attraverso Maria, o riceve la benedizione se non dalle sue mani, nessuno ottiene il perdono senza l’intercessione di Maria. Riconoscete con gratitudine la bontà di Gesù, ricorrete con fiducia a Maria e che la vostra condotta nei suoi confronti sia pari a quella di un figlio.
Père Ignazio, passionista (1801-1844)