18 gennaio– Belgio : 2a apparizione a Banneux (1933) – dal 18 al 25, settimana per l’unità dei cristiani

La Vergine Maria attese con perseveranza

© Pierre Poschadel, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons
© Pierre Poschadel, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons

 

Gesù c’incoraggia a restargli fedele fino alla fine. Attendiamo d’incontrarlo con perseveranza, teniamo duro. Trasformerà le nostre difficoltà, paure ed angosce, perfino quelle della morte, in una gloriosa risurrezione.

Santi che siano esempio di costanza e testimoni di una vera attesa, ne abbiamo molti. Ne scelgo due: san Giovanni Battista e la vergine Maria, sono due pilastri del portale attraverso cui Gesù è passato per entrare nella storia.

Entrambi non attendevano qualcosa, ma qualcuno. Non cercavano di discernere fatti più o meno apocalittici per decidere che fare in un futuro più o meno prossimo: attendevano niente meno che Dio (…)

La Vergine attendeva. Sa quel che le ha detto l’Angelo: “Il Santo che tu porti sarà chiamato Figlio dell’Altissimo e il suo regno non avrà fine” (Lc 1, 31 sgg). Ma la sua attesa non è come quella del Battista, che aspettava “l’inimmaginabile”, che avanzava col fuoco, l’accetta e il ventilabro. Lei attendeva un bambino. Ma per una mamma, un bambino che è Dio non risulta inimmaginabile? Questo bambino non verrà a portare “il fuoco sulla terra”? Una spada non trapasserà il Cuore della madre?

Ma la Vergine Maria attese con perseveranza, lo accolse e donò all’umanità (a ciascuno di noi) uno “dolce ed umile di cuore” che “non farà sentir la sua voce sulle pubbliche piazza e non spegnerà lo stoppino che languisce” (Mt 11, 12...19 sgg). Maria persevererà nel cammino al fianco di Cristo, da Nazareth dove lo concepì per opera dello Spirito Santo a Gerusalemme dove Gesù emise lo Spirito e ricreò il mondo.

La nostra Madre celeste è dunque per noi modello d’eccellenza che ci mostra come possiamo e dobbiamo testimoniare. La fine dei tempi ed i segni terribili che l’annunciano ci spaventano(…); che fare? Convertirsi e far penitenza, ci dice il Battista. Portare Cristo in noi per gli altri, ci dice la Madre di Dio. Dobbiamo passare da “io” a “tu”, a Dio.

Mons Francesco Follo (nato nel 1946)

Osservatore permanente della Santa Sede all’UNESCO

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