La fede nella Provvidenza discende da una fede assoluta in Dio creatore: dopo la creazione, Dio non si è ritirato lontano ma è rimasto presente.
Scrive Caterina da Siena:
«Confortatevi perché Dio ha provveduto e provvederà a voi e la sua provvidenza non vi mancherà. Fate in modo da ricorrere in tutto e per tutto a Maria, abbracciando la Croce…» (lettera 2671).
La fede nella Provvidenza, dunque, non è credere che tutto sia facile, il cristiano segue Gesù fino alla Croce, con Maria. La dottrina della Provvidenza prende il suo rilievo nel contesto generale dell’insegnamento di Caterina da Siena, con questo tenore:
Da soli, pensiamo a cose limitate. La fede nella Provvidenza ci ricorda la misura infinita di Dio. Per esempio:
- Le tentazioni sono provvidenziali: ci permettono di conoscere la differenza tra l’infinito e il finito, così l’ingordigia riguarda i beni finiti e mi fa perdere il senso di Dio che è infinito. Un altro esempio, sono tentata dall’amor proprio che è finito e mi svia da Dio che è infinito.
- Le penitenze: l’importante è credere nella Provvidenza e abbracciare la Croce (lettera 267), in altre parole, accettare ogni cosa (proveniente da Dio, con un’apertura infinita) e non imporsi penitenze in base alla nostra misura (lettera 64).
- Gli incontri sono provvidenziali: sono l’occasione per offrire al prossimo qualcosa di infinito, l’amore di Dio (infinito) e non l’amore per la paura (che teme le punizioni, finito), né quello mercenario ma l’amore di Dio per sé stesso (infinito2). Ecco perché bisogna ricorrere a Maria (lettera 267), per entrare nell’amore spirituale focalizzato su Dio.
Sintesi F.Breynaert
Marian Enciclopedia
(1) Lettera 267, Epistolario, U. MEATTINI [ed], S. CATERINA DA SIENA, Epistolario, Ediz. Paoline, Torino 1993. ( non è ancora un’edizione critica), p.1293.
(2) Mi riferisco soprattutto al capitolo 56-63 del libro dei Dialoghi