Il sabato della quinta settimana di Quaresima, la Chiesa d’Oriente celebra l’Inno Acatista della Santissima Sovrana, la Madre di Dio e sempre Vergine Maria. In memoria degli avvenimenti che segnarono Costantinopoli al tempo di Eraclio, si ringrazia con degli inni continui colei che in ogni epoca offre la sua protezione.
A quei tempi, infatti, l’invasore in testa a innumerevoli truppe irruppe da ovest e giunse fino a Costantinopoli lanciando grida blasfeme contro Dio. Il mare si ricoprì di navi, la terra ferma si riempì di fanti e di cavalieri. Allora, il Patriarca Sergio esortò il popolo di Costantinopoli a non abbattersi ma a riporre la speranza in Dio e in sua Madre, la Divina Genitrice Immacolata. Per garantire la resistenza delle fortificazioni, si portarono in processione l’icona della Madre di Dio assieme all’icona di Cristo non dipinta da mano d’uomo, la preziosa e vivificante Croce, così come il vestito della Madre di Dio.
Alcune imbarcazioni traboccanti di soldati si diressero contro la chiesa di Santa Maria delle Blacherne a Costantinopoli ma una tempesta violenta all’improvviso sconvolse il mare e la flotta fu distrutta. Dalla rive delle Blacherne, la Madre di Dio respinse gli assalitori!
I Greci combatterono gli Sciiti(1) uno contro dieci, ripresero coraggio ed esultarono di gioia, sotto la condotta dell’invincibile stratega Madre di Dio, aprirono le porte e con audacia combatterono contro i loro nemici e li annientarono con il piccolo numero di soldati che si trovava presso il tempio, quello della fonte.
E il popolo riconoscente rese grazie alla Madre di Dio cantando un inno per tutta la notte, senza sedersi (Acathiste) perché Lei non aveva cessato di vegliare su di loro e con una potenza sovrannaturale aveva vinto i nemici.
Da allora, in ricordo di questo grande prodigio soprannaturale, la Chiesa ha l’abitudine di consacrare la Festa alla Madre di Dio nel periodo dell’anno in cui consegnò loro la vittoria. E la si chiama Acathiste poiché è in piedi che la celebrarono il clero della città e tutto il popolo.
Da «Triode de Carême»
Diaconia Apostolica 1993
(1) Gli Sciti sono un insieme di popoli di lingua indo-iraniana dell’Eurasia, per lo più cavalieri nomadi, Si ricorda che Costantinopoli, l’antica Bisanzio, era popolata da Greci cristiani ortodossi. Il nome di Costantinopoli fu dato a Bisanzio dall’imperatore Costantino convertitosi al cristianesimo.