Con Maria, mettiamoci in cammino senza indugio

Oggi, sabato, giorno dei misteri gioiosi, meditiamo il secondo mistero gioioso: la Visitazione, il cui frutto è la carità fraterna:

Maria fa visita alla cugina Elisabetta: «Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile... (Lc 1,36) Elisabetta diventerà la madre di san Giovanni Battista. Maria la aiuta durante tre mesi.

Anche se Maria si pone molte domande, parte senza indugiare e sceglie di servire Elisabetta, sua cugina molto anziana, che si trova a circa 150 km da Nazareth. Così, per tre mesi, aiuterà la cugina Elisabetta a preparare il fuoco, attingere  acqua dal pozzo, filare i pannolini. Imparerà i preparativi per un neonato, imparerà come metterlo al mondo e come dargli da mangiare.

Col nostro modo moderno di vedere le cose , come avrebbe potuto reagire Maria senza questa fiducia in Dio?

“Perché non festeggiare con le mie amiche per dare seguito a questa notizia unica, annunciata da così tanto tempo (500 anni) dai profeti? Perché non rimandare questo viaggio ad Elisabetta un poco più tardi? Una volta lì, perché non delegare questi diversi compiti ad altre persone? »

Ma con lo sguardo umile della fede, della speranza e dell'amore, possiamo dire questo:

Gesù ho accettato il tuo progetto, mi fido di te quindi mi metto con tutto il cuore alla scuola di Maria. Lei mi formerà. Lascerò che lei mi istruisca senza dettare le mie condizioni, senza capire tutto; Gesù e Maria, non aspetto per reagire. Ascolto il mio cuore e agisco. Qui trovo l'opportunità di praticare la carità cristiana, andando verso coloro che hanno bisogno di una mano; Gesù e Maria, accetto di essere alla vostra scuola e quindi mi metto all'opera. Con Maria voglio imparare a pregare meglio il mio rosario»

Meditazione proposta da Régis e Nicole Burrus