"Meditava tutte queste cose nel suo cuore...".
Questa Bella descrizione dell'amore di Maria un tempo aveva l'effetto di provocare in me tristezza. Non perché non desiderassi di avere la capacità di portare delle verità nascoste, anche difficili, nel mio stesso cuore, con amore: ma non sapevo come fare. Essendo cresciuta in una famiglia cattolica fervente, si potrebbe credere che sapessi cosa significava accogliere l'amore di Maria. Non era vero per niente! Avevo un rosario ma lo pregavo raramente. Maria per me era un’ eroina lontana, una donna in cui mistero mi sconcertava.
Come faceva una donna a custodire tranquillamente tante cose nel tuo cuore? E perché? Non riuscivo a conciliarlo con il mio temperamento esuberante, appassionato, facilmente pronto ad esplodere. Eppure possedevo l'immagine dell'Immacolata Concezione e la supplicavo: " Maria, Aiutami ad assomigliarti di più". Una relazione con lei mi sembrava impossibile, perché lei era perfetta ed io sapevo di non esserlo. Quando sono diventata madre sui 30 anni, all'inizio, durante il primo avvento, non ho seguito una devozione quotidiana o acceso una candela per la corona d'Avvento. Ma mia madre mi ha detto una cosa che non dimenticherò più: "Con questa maternità tu stai vivendo il tuo avvento".
In seguito ho interiorizzato questo messaggio per ogni tempo liturgico. Natale, Quaresima, Pasqua. Poco per volta mi sono rivolta a Maria e le ho domandato di insegnarmi che cosa significhi essere una madre, perché sapevo ben poco sul modo di occuparmi dei bimbi e la cosa mi spaventava. Col passare degli anni ho imparato che cosa vuol dire " riflettere su tutte queste cose". Significa fare spazio allo Spirito Santo in ogni momento, stare all'ascolto di ciò che mormora ; essere coscienti del momento in cui mi parla. E, meditando, ho avvertito più fortemente la presenza di Maria, come se mi guidasse verso un amore più profondo per Dio. Maria mi ha insegnato ad essere al contempo recettiva ed attiva.
Adattato da Jeannie Ewing