D’istinto, come gli apostoli al Cenacolo, collochiamo Maria al centro della Chiesa. Fa parte della comunità di grazia perché è la prima redenta. Come noi, anche lei deve tutto alla misericordia di Dio e quel che san Paolo afferma sulla Chiesa è ancor più vero nei confronti di Maria: «Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, per renderla santa, purificandola (…) al fine di farsi comparire davanti la sua Chiesa tutta gloriosa, senza macchia né ruga o alcunché di simile, ma santa e immacolata.» (Ef 5,23-27)
La bellezza di Maria, la sua anima giovanile, la sua nobiltà di cuore, la sua grandezza in quanto serva originano nella Risurrezione realizzata da Cristo Gesù (Rm 3.24). La sua santità è il primo frutto della morte redentrice di suo Figlio.
Come noi, ma molto di più, Dio l’ha scelta nel Cristo prima della creazione del mondo affinché Ella sia irreprensibile sotto sogni aspetto. Come noi, Maria è stata redenta ma qualche cosa di incredibile la distingue: è stata redenta in anticipo e il peccato non ha avuto né presa su di lei né la benché minima connivenza. Non ha ma aderito ai tre desideri che governano il mondo: la carne, gli occhi e l’orgoglio. Se, quindi, Maria è un membro del Corpo Mistico, è una fuori serie e, in un certo senso, assolutamente a parte.
Questo mistero delle meraviglie di Dio lo cantiamo ogni mattina con la Chiesa, è l’aurora di un mondo rinnovato, «l’aurora prima del giorno di Cristo», un chiarore di speranza che attraversa l’opacità del mondo, è la certezza che Dio lavora sempre per fare nuova ogni cosa. E la novità che proviene dal cuore di Dio; come entra a far parte del mondo? A Nazaret! E l’opera di Dio è così completa e così affascinante è il modello che mette davanti ai nostri occhi che d’istinto cerchiamo di imitarla.
Vogliamo vivere le cose come Maria, guardare le persone come lei. Per vedere più belle le cose, senza chiudere gli occhi, è sufficiente guardarle col cuore.
Jean Lévêque, carmelitano della provincia di Parigi