Successe 25 anni fa. Nel tardo pomeriggio di una bella giornata d’autunno. Stavo tornando a casa dal lavoro in bicicletta. Costeggiavo il litorale, orientato ovest, di fronte a un sole bruciante e accecante in quel periodo dell’anno. Istintivamente, sentii il pericolo: nessun ciglio sulla strada per proteggermi (la moda non era ancora quella delle piste ciclabili).
Uno shock, violento, da dietro: sono proiettato in aria ad una decina di metri da una macchina che arrivava sparata, il cui conducente, accecato dal sole, non mi aveva visto. Mi svegliai, steso sulla schiena, delle persone protese verso di me, immobili: credevano che fossi morto. Nessuno osava toccarmi.
Ripresi coscienza, iniziai a muovere ogni membro del mio corpo, la testa – non avevo ancora un casco all’epoca. – …la mia schiena…Mi rialzai infine, indenne. Vidi la mia bicicletta, ormai una « fisarmonica ». Mi fecero sedere nella macchina del conducente, che mi accompagnò a casa. E ripartì velocemente, senza commentare.
Mia moglie mi accolse, incredula davanti allo stato della bicicletta…e il mio sorriso beato! Una pace immensa mi invase. Durò soltanto uno o due secondi, ma lo so: « qualcuno » mi aveva portato nelle sue braccia e posto sul cemento. E il suo nome, sono sicuro, è Maria.
Doveva essere troppo presto per « partire »: mi restavano tante cose da fare, tante persone da amare e servire. Nel nome del Vangelo. Da 25 anni, con lei, ogni giorno canto nel mio cuore: Magnificat!
Francis, a Pyla-sur-mer
Testimonianza di un abbonato di Un Minuto con Maria ricevuta il 1 luglio 2021