5 dicembre – Seconda Domenica dell’Avvento – Italia: Nostra Signora dell’Annunciazione (1470)

Santa Vergine Maria, insegnaci ad aspettare

Santa Maria, Vergine dell’attesa, donaci un po’ del tuo olio, perché le nostre lampade non si spengano. Guarda: abbiamo consumato le nostre scorte. Non mandarci da altri mercanti.

Accendi di nuovo nelle nostre anime gli antichi ardori che ci bruciavano dall’interno, quando bastava un niente per farci sussultare di gioia : l’arrivo di un amico lontano, il rosso della sera dopo il temporale, il crepitio delle fiamme nel focolare che in inverno vegliavano sui ritorni a casa, il carillon delle campane nei giorni di festa, l’arrivo delle rondini in primavera, la rotondità tenera e misteriosa del ventre materno, il profumo di lavanda che faceva irruzione quando preparavamo una culla. Se oggi non sappiamo piu’ aspettare, è perché siamo a corto di speranza. Le sue fonti si sono prosciugate.

Soffriamo di una crisi profonda del desiderio. E, ormai soddisfatti dei mille surrogati che ci assalgono, rischiamo di non aspettare più niente, nemmeno le promesse sovrannaturali che sono state sigillate con il Sangue del Dio dell’Alleanza. (…)

Santa Maria, Vergine dell’attesa, donaci un’anima di veglianti. Arrivati alla soglia del terzo millennio, ci sentiamo purtroppo più come figli del crepuscolo che profeti dell’Avvento. Sentinella del mattino, risveglia nei nostri cuori la passione della nuova novella da portare a un mondo che si sente già vecchio. (…) Davanti ai cambiamenti che sconvolgono la storia, donaci di sentire sulla nostra pelle i brividi degli inizi. Donaci di capire che non basta accogliere: bisogna aspettare. Accogliere è talvolta un segno di rassegnazione. Aspettare è sempre un segno di speranza.

Rendici per questo ministri dell’attesa. Quando il Signore verrà, o Vergine dell’Avvento, che ci sorprenda, grazie alla tua complicità materna, con la lampada in mano.

Monsignor Tonino Bello (1)

(1) Don Tonino Bello (1935-1993), prelato cattolico italiano, è stato vescovo di Ruvo di Puglia dal 1982 al 1986, poi vescovo di Molfetta dal 1986 al suo decesso.

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