In questo estratto (348.9/10) da L’Evangelo come mi è stato rivelato di Maria Valtorta (cfr. mariavaltorta), Gesù parla agli Apostoli e ad alcuni discepoli, uomini e donne, riuniti nel giardino della casa di Nazareth:
«Vi ho qui voluti per farvi conoscere Maria. Molti di voi conoscono la “madre” Maria, alcuni la “sposa” Maria. Ma nessuno conosce la “vergine” Maria. […] Io ora vi voglio scoprire l’anima di mia Madre. La sua vera ed eterna bellezza.
Vieni qui, Madre mia. Non arrossire. Non ritrarti intimidita, colomba soave di Dio. […] Sediamoci qui, in quest’ombra leggera di alberi in fiore, presso la casa, presso la tua stanza santa. […] Vi ho detto poc’anzi “l’eterna bellezza dell’anima di mia Madre”. Sono la Parola e perciò so usare della parola senza errore. Ho detto “eterna”, non “immortale”. E non senza scopo l’ho detto.
Immortale è chi, essendo nato, non muore più. Così l’anima dei giusti è immortale in Cielo, l’anima dei peccatori è immortale nell’inferno, perché l’anima, creata che sia, non muore più che alla grazia. Ma l’anima ha vita, esiste dal momento che Dio la pensa. È il Pensiero di Dio che la crea. L’anima di mia Madre è da sempre pensata da Dio. Perciò è eterna nella sua bellezza, nella quale Dio ha riversato ogni perfezione per averne delizia e conforto.»