2 ottobre – Cardinale Pierre de Bérulle, che si dedicò allo studio dell’Incarnazione (+1629) – Santi Angeli Custodi

Ogni invocazione era considerata come una rosa

La preghiera del Rosario è andata costituendosi progressivamente nel tempo. Inizialmente, i Cristiani amavano rivolgersi a Maria con le parole pronunciate dall’arcangelo Gabriele nel giorno dell’Annunciazione: “Ave Maria, piena di grazia”. A questo saluto aggiunsero poi la benedizione pronunciata da Elisabetta “Tu sei benedetta fra le donne…”. La seconda parte, “Santa Maria, Madre di Dio…”, risale al XV secolo. 

Ogni invocazione era considerata come una rosa (da qui “rosario”) che contribuiva a formare una corona (da qui “corona”). Il numero delle 150 Ave Maria corrispondeva al numero dei salmi nella Bibbia. Un piccolo cordoncino con dei nodi permetteva al fedele di orientarsi nel numero delle invocazioni recitate.

La diffusione del Rosario si deve ai domenicani e, più in particolare, a fra Alain de la Roche, nel XV secolo. Fu sua l’idea di fondare una confraternita del Rosario. (…) Poiché i domenicani erano dei predicatori, associarono a ogni decina un “mistero”, ossia uno dei momenti della vita di Cristo a cui sua Madre è intimamente legata, dal suo Fiat (Sì) fino all’Incoronazione. Recitando il Rosario, chiediamo a Maria di farci entrare in comunione con Cristo Gesù.

Mons. Jacques Perrier

Vescovo emerito di Lourdes 

7 ottobre 2013 Zenit.org

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