La maternità di Maria non si è limitata soltanto al processo biologico del generare, ma, al pari di quanto avviene per ogni altra madre, ha donato anche un contributo essenziale alla crescita e allo sviluppo del figlio (…).
Si potrebbe pensare che Gesù, possedendo in sé la pienezza della divinità, non abbia avuto bisogno di educatori. Ma il mistero dell’Incarnazione ci rivela che il Figlio di Dio è venuto nel mondo in una condizione umana del tutto simile alla nostra, eccetto il peccato (cf. Eb 4,15). Come avviene per ogni essere umano, la crescita di Gesù, dall’infanzia fino all’età adulta (cf. Lc 2,40), ha avuto bisogno dell’azione educativa dei genitori.
Il Vangelo di Luca, particolarmente attento al periodo dell’infanzia, narra che Gesù a Nazareth era sottomesso a Giuseppe e a Maria (cf. Lc 2,51). Tale dipendenza ci mostra Gesù nella disposizione a ricevere, aperto all’opera educativa di sua madre e di Giuseppe, che esercitavano il loro compito anche in virtù della docilità da lui costantemente manifestata.
Di certo è stata Maria, insieme con Giuseppe, ad introdurre Gesù nei riti e prescrizioni di Mosè, nella preghiera al Dio dell’Alleanza mediante l’uso dei Salmi, nella storia del popolo d’Israele centrata sull’esodo dall’Egitto.
Giovanni Paolo II
Udienza Generale
Mercoledì, 4 dicembre 1996