Avevo l’abitudine di passare del tempo con un’amica della nostra chiesa, che conoscevo da anni. Quando ci vedevamo c’era sempre una musica di sottofondo. Lei amava tutti i generi: jazz, blues, classica, country, moderna, cristiana e i remix di Motown.
Il rosario ha qualcosa di musicale, come in quei momenti. Recitare il rosario è un movimento di oscillazione, un dondolarsi sulla musica del Sacro. Le parole familiari dell’Ave Maria si fondono sullo sfondo, i Padre Nostro scandiscono lo spazio in un ritmo celeste, mentre si allontana il mondo esterno.
Non preghiamo da soli, ma con Maria, che porta le nostre preghiere a suo Figlio, e con dei santi, il cui carisma coincide con le nostre intenzioni. Preghiamo nel seno di una comunità, un’immensa comunità di santi, anche se, interiormente, ci sentiamo soli.
Margaret Rose Realy, Oblata dell’Ordine di San Benedetto
15 gennaio 2017